La decisione è stata presa: Uluru, il monolite rosso simbolo di Ayers Rock, torna agli aborigeni e chiude ai turisti dal 26 ottobre. Nessuno, quindi, potrà più salire o arrampicarsi sulle sue pareti.
Il massiccio roccioso, che si trova nel cuore dell’outback australiano del Northern Territory e fa parte del Parco nazionale australiano Uluru-Kata Tjuta, è Patrimonio dell’UNESCO dal 1982. E’ stato scoperto nel 1872 dall’esploratore Ernest Giles. E’ alto 348 metri e profondo 7 chilometri; ha una circonferenza di 9 chilometri ed è un luogo sacro per le popolazioni Anangu. Il loro invito è scritto molto chiaro all’ingresso del sito: “Noi, i proprietari tradizionali Anangu, abbiamo da dirvi questo. Uluru è sacra nella nostra storia, un luogo di grande cultura. Sotto la nostra legge tradizionale, scalarla non è permesso. Questa è la nostra casa. Per favore non salite.”
Ora questo messaggio è diventato un obbligo dopo che, innumerevoli volte, gli aborigeni hanno spiegato l’importanza e la sacralità di questo luogo.
“Non è un parco giochi, questo è un luogo di grande importanza. Se viaggiassi in un altro Paese e trovassi un luogo sacro, dove non è permesso entrare o salire, rimarrei al di qual del limite, avrei rispetto. Non è una cosa per cui sentirsi contrariati o tristi, è un motivo per gioire”,
Uluru e le sue leggende
La sacralità di questo monte deriva dalle legende raccontate dai nativi. La più importante è quella della lucertola rossa, Tatji, che si dice abitasse in quelle pianure e che arrivata ad Uluru, lanciò in aria il suo kali (boomerang). Il kali, però, si piantò nella roccia e la lucertola per ritrovarlo scavò dei buchi, ancor oggi visibili. Non riuscendo più a trovare il suo boomerang, Tatji morì in una caverna e i suoi resti si trasformarono in roccia.
Altre legende, invece, narrano di creature ancestrali presenti all’interno del monolite e che vengono gelosamente custodite dai nativi e tramandate solo tra di loro.
Uluru il simbolo di Ayers Rock sarà quindi chiuso alle arrampicate. Il sentiero, invece, che è lungo 11 chilometri sarà ancora percorribile. E gli stessi nativi saranno sempre disponibili per visite guidate.
Alla scoperta della loro tradizione e cultura con rispetto e cura!
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